Gesù non era un debole

I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. (Luca 22:25-26 NR)

Ci sono stati molti leader carismatici e visionari nella storia, ma nessuno si è mai avvicinato all’importanza che ha avuto Gesù Cristo per cambiare il mondo. Che lezioni possiamo imparare dal suo esempio di leader?
 Quando passò la sua ultima serata sulla terra con i suoi amici più intimi, lavò loro i piedi per indicare il modo in cui voleva che i suoi discepoli trattassero le persone che avrebbero incontrato. Lavare i piedi dei discepoli era un gesto di estrema umiltà. Tuttavia, è anche considerata un’illustrazione chiave della missione di Gesù sulla terra.
 Nonostante ciò Gesù non era un debole. Aveva una visione, una strategia e un piano. Sapeva dove stava andando e poteva ispirare altri a seguirlo. Diede ai suoi seguaci un incarico ben preciso:
 «Andate, dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato». (Matteo 28,19-20)
 Ispirò i suoi seguaci con il suo esempio e pose loro una sfida con la sua visione. Inoltre, si fidava di loro e delegava loro le cose da fare. Gesù parlava con autorità, ma anche con grande umiltà. Credo che le sue parole e il suo esempio indichino chiaramente alcuni dei principi di leadership più profondi che abbiamo a nostra disposizione. —G. L. Ellens [1]

La vera grandezza, la vera leadership, si trova nel donarsi al servizio degli altri, non nel convincere o indurre gli altri a servirti. —J. Oswald Sanders

[1] Contatto Ti presento il Direttore esecutivo

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