L’umiltà e la sincerità siano la chiave
Cerchiamo dunque ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole. (Romani 14:19 CEI2008)
Anni fa mi trovavo in una situazione complicata e spiacevole con un collega di lavoro. Le cose non miglioravano e quando se ne è andato mi sono sentita sollevata. Un po’ di tempo dopo ho ricevuto da lui una breve mail con tre semplici parole: «Ti chiedo scusa».
Bene! — ho pensato — Vuole scusarsi. Così ho cercato l’allegato in cui mi aspettavo di trovare le sue “scuse formali”. Non c’era. Mi aspettavo un elenco scritto e dettagliato di tutti i mal di testa, le tensioni e le complicazioni che aveva causato. Tutto quel che avevo ricevuto erano poche parole: «Ti chiedo scusa».
Sapevo che Dio mi chiedeva di perdonarlo e voltare pagina. Lui aveva fatto la sua parte chiedendo perdono e la cosa giusta da fare era perdonarlo — ma dentro mi sentivo un po’ truffata. Non poteva fare uno sforzo in più con le sue scuse?
Solo poco tempo dopo ho dovuto chiedere scusa a qualcuno e non sapevo come farlo. Specificare il motivo delle mie azioni avrebbe dato l’impressione che stavo creando una piattaforma per giustificarmi e le mie scuse sarebbero sembrate insincere. Poi rischiavo di far ricominciare da capo tutta la controversia. Alla fine, ho ricalcato le scuse ricevute dal mio ex collega — e non erano meno sincere solo perché erano semplici.
Non è facile chiedere perdono. Penso che l’umiltà e la sincerità siano la chiave: essere sinceramente preoccupati delle esigenze della persona offesa e imparare ad ascoltare le sue dolenze.
Possono succedere cose meravigliose quando il rapporto viene ripristinato. —Sally García [1]
Chi non riesce a perdonare gli altri, spezza il ponte su cui egli stesso deve passare; perché ogni uomo ha bisogno di essere perdonato. —George Herbert (1593–1633)
[1] Contatto Chiedere perdono